I progressisti utopisti non sono persone per bene sviate da entusiasmi eccessivi che annebbiano la vista; sono pericolosi nemici dell'umanità

martedì, agosto 08, 2006

Vacation in Engalnd

Hi there,
I left for a wile Melè Island, and now I'm refreshing my english in Cambridge.
But when i found this letter on "il Foglio" i I have thought that it could be apperciated by some friends of mine.
"Al direttore - Giorni fa, a Radio Radicale, in favore della tesi che non esistano norme etiche cardinali se non quelle che il secolo si dà, un campione della filosofia della scienza, saccente e borioso come mai uno immaginerebbe il pronipote di una scimmia, argomentava pressappoco in questo modo: quando la Chiesa guardava con occhio torvo l’analgesia farmacologica, chi assisteva il malato sofferente doveva aiutarlo a “sopportare” il dolore; oggi, è del tutto ovvio che l’aiuto eticamente utile sia “eliminare” il dolore. Qui mi sembra evidente che la tesi che non esistano norme etiche cardinali possa passare solo su una ben grossolana mistificazione. Perché anche il più potente analgesico non “elimina” mai del tutto il dolore, ma ne rende “sopportabile” la gran parte. Peccato originale per alcuni, reazione neurale a una noxa patogena per altri, il dolore è nella carne, è parte della carne. Chi viene in soccorso del sofferente con la coscienza di ciò non gli toglie parte della carne, ma la rinnova (la resuscita) nella “sopportazione”, nel portare stando dentro il tutto. Il richiamo della Chiesa a vivere il dolore in Cristo è altissimo proprio in questo: salvare l’uomo per intero, com’è nell’annuncio della resuscitazione della carne. Di contro? L’utopia scientista di “eliminare” il dolore, di amputare la carne. Che si rivela utopia nel senso etimologico della parola (ou-topos, nessun luogo) col fatto che anche il più potente analgesico non “elimina” mai del tutto il dolore. Come recita ogni testo di farmacologia, non il trattato di teodicea medioevale. Ma a Radio Radicale le norme etiche cardinali dispiacciono quanto l’evidenza, e questo ci tocca ascoltare. Se proprio uno deve ascoltare Radio Radicale. Giovanni Lindo Ferretti"