I progressisti utopisti non sono persone per bene sviate da entusiasmi eccessivi che annebbiano la vista; sono pericolosi nemici dell'umanità

lunedì, luglio 03, 2006

Cosa ti combina Bersani in una giornata estiva

Le Liberalizzazioni proposte dal Ministro Bersani, prima facie, non possono che far piacere e tuttavia (anche per la scarsa chairezza dei documenti offerti dal governo), le paventate migliorie sembrano essere fragili negli esiti.
Per prima cosa il metodo utilizzato dal Ministro Bersani, per quanto coraggioso, pare cotraddittorio rispetto alle posizioni del governo. La parola d'ordine sino ad oggi è stata: concertazione, con sindacati e confindustria pronti a dire la loro (ed a far valere i loro veti) su tutto ciò che li riguarda.
Adesso si scopre che è una concertazione asimmetirica (come segnala Carlo Panella Tassinari, farmacisti e "popolo Iva": paria della concertazione dell'Unione) e mentre i primi concertano altri subiscono e basta.
Questa osservazione rileva non tanto come censura moralistica all'incoerenza dell'operato, ma come dubbio circa l'effettività delle proposte. Vediamo perchè.
  1. Per prima cosa queste liberalizzazioni a "costo zero" sono indifferenti solo per le tasche dello stato, mentre sono piuttosto salate per quanti le subiscono, provaocando alcuni squilibri. Ad esempio un tassista che ha acquistato ieri a caro prezzo una licenza oggi vede completamente bruciato il suo investimento con il rischio che i concorrenti, potendo entrare gratutitamente, spendano quei soldi in servizi migliori (ad esempio un'auto più confortevole) escludendolo dal mercato.
  2. Queste liberalizzazioni incidono prevalentemente su gruppi organizzati i quali forti del disagio degli aderenti avranno buon gioco a denunciare il doppio regime di trattamento come leva per alleviare (o addirittura evitare) la pillola avvelenata. Si veda ad esempio il comunicato stampa del Consiglio Nazionale Forense.
  3. Alcune ricatte appaiono frammentarie, il che aumenta il rischio di insuccesso. Prendiamo ancora ad esempio le tariffe degli avvocati. E' stato spesso segnalato (diario di due economisti - il Foglio, 28.04.2006, pag 2) come il sistema tariffario vigente sia uno dei freni ad una sana concorrenza ed alla crescita esponenziale di avvocati e liti. Tuttavia la sola rimozione di limiti minini (e, forse, massimi) non sembra di per sè sufficiente a creare incentivi virtuosi: comparazioni con il sistema Inglese effettuate da Adrian Zuckerman possono indurre a dimostrare il contrario. Se si riflette sui requisiti necessari al fine di instaurare una concorrenza con effetti virtuosi (ovvero che generi un race to the top del rapporto qualita/prezzo) l'elemento essenziale risulta essere quello dell'informazione, che deve riguardare non solo il prezzo e la qualità del servizio, ma anche elementi strutturali del mercato quali i tempi della giustizia, le capacità dei giudici ecc. Il nostro sistema non è attualmente in grado di offrire buone prospettive su questi elementi ed il rischio è che a parità di condizioni incerte si verifichi un race to the bottom generando squilibri ingiustificati nei prezzi (aumento dei prezzi senza incremento di qualità o corsa al ribasso con relativo peggioramento del servizio nel complesso).
In Conclusione, l'intervento per quanto positivo rischia di essere frustrato dalle posizioni tenute dal governo nei confronti di altri soggetti e da alcune caratteristiche dei mercati nei quali si inseriscono le liberalizzazioni di cui non si è tenuto adeguatamente conto.
In certi casi una liberalizzazione progressiva potrebbe infatti dare migliori risultati, incontrando meno obiezioni (gli investimenti fatti si potrebbero scontare nel tempo riducendone l'impatto negativo) e permettendo correzioni mirate alle variabili del sistema.


Da leggere sul "pacchetto Bersani": L'occasione sprecata , di Panebianco sul Corriere, Quello che Panebianco non dice su Semplicemente Liberale e Te lo do io Giavazzi su Astrolabio.

1 Comments:

Anonymous Anonimo said...

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5:03 PM

 

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